tradimenti
Il Vero Amore
di Pprossa
10.06.2024 |
469 |
9
"Siamo nella stessa situazione, probabilmente l’ansia ci divora, incapaci di pensare ad altro, se non a quei baci proibiti ed a quello che avremmo dovuto fare..."
“Sei molto bella, lo sai vero?” mi dice, con il fiato accelerato. “Sei uno schianto anche tu”, rispondo prima di riprendere con i baci, mentre mi tocca le tette.
Non avrei mai pensato che un giorno avrei fatto una cosa del genere, ma la voglia e l’impulso sono stati troppo forti da poterli controllare.
“Forse è meglio se ci fermiamo”, mi dice mentre continua a darmi baci. Ed io sento una voglia irrefrenabile di scendere tra le sue gambe, e di infilare la mano dentro i pantaloni.
Mi stacco leggermente con grande difficoltà e capisco esattamente cosa intende; ero ad un passo dal tradire il mio ragazzo.
“Ti senti meglio?” chiedo, fissando le sue labbra come se fossero la cosa più bella che abbia mai visto.
“Stupendamente bene”, risponde, guardandosi in basso. “E mi stai lasciando un bel ricordo per questa serata.”
“Anche tu”, dico prima di alzarmi dal divano.
Mi giro per il bacio della buona notte, e mi ritrovo le sue labbra attaccate alle mie, nuovamente.
“Ti prego, dimmi che questa serata rimarrà sempre tra noi, non raccontarlo agli altri” chiedo, molto ansiosa che qualcuno possa scoprire cosa abbiamo fatto e che arrivi a lui.
“Non devi nemmeno dirlo, scema.” Mi risponde, dandomi l’ennesimo bacio.
“Buona notte! E cerca di riposare.”
Felice, e un po’ triste contemporaneamente, lascio il suo appartamento e torno a casa per andare a letto, sommersa da un milione di pensieri, ansie ed emozioni che non avevo mai provato prima d’ora.
E soprattutto, piacevolmente sconvolta di avere scoperto quanto una donna può essere vicina a tradire il proprio uomo.
Sono fidanzata con Giacomo da quando avevo diciott’anni, ed ora ne ho ventitré, e non l’ho mai tradito, sino ad oggi.
Ovviamente, non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. Un mix di eccitazione, ansie, paure, adrenalina e pensieri proibiti mi hanno tenuta sveglia.
Ho ripensato alla prima volta con Giacomo. Il primo bacio, stretti e colmi di passione, fin quando non mi aveva chiesto di masturbarlo, e così che vidi il primo cazzo.
Sorrido al pensiero di quanto fu dolce nell’accompagnarlo fra le mie labbra, il giorno in cui mi chiese di fargli il primo rapporto orale, e per il suo imbarazzo, perché esplose dentro di me, facendomi quasi affogare.
Ho ripensato a quando gli donai i miei frutti proibiti, in cerca del mio piacere e per il suo godimento reale, egoista.
E mi assale l’ansia e l’eccitazione, non voglio, ma faccio il confronto tra loro due.
Chi mi bacia meglio? Chi mi fa raggiungere vette che con l’altro non raggiungerò mai?
Sono quasi le sei e non resisto alla voglia di sentire la sua voce; tiro fuori il telefono per scrivere.
“Ciao. Dormi? Io non sono riuscita a chiudere occhio.”
Non mi aspettavo una risposta, a dire il vero, ma volevo soltanto scrivere.
Due minuti dopo, arriva il bip: “Non ho dormito neanche io.”
Come se stessimo provando la stessa cosa, il cuore mi parte a mille un’altra volta.
Siamo nella stessa situazione, probabilmente l’ansia ci divora, incapaci di pensare ad altro, se non a quei baci proibiti ed a quello che avremmo dovuto fare.
“Mi dispiace, Lu”rispondo.
Non so cosa dire né cosa fare, ma è sempre un passo avanti, e anche questa volta prende la situazione in mano.
“Vieni da me, ti aspetto.”
Mi si ferma il cuore a leggere quelle parole.
Mi vesto, prendo l’auto e dieci minuti dopo suono al suo citofono.
Mi aprono. Entro e non prendo l’ascensore per evitare rumori.
La porta di casa sua è aperta, ma dentro non c’è nessuno ad aspettarmi.
«Lu?», chiedo timidamente mentre chiudo la sua porta d’ingresso.
“Sono in camera”, risponde la sua voce.
L’istinto mi porta a seguire quella voce. Vado a destra e, in fondo al corridoio, intravedo la tenue luce del suo comodino illuminare leggermente la sua stanza. Faccio un passo per entrare, ma esito.
Sto per tradire Giacomo. Ancora un passo e la mia bocca accoglierà la sua lingua, i suoi umori, le sue mani scivoleranno sul mio seno, e tortureranno i miei capezzoli, le sue dita conosceranno le mie parti più intime regalandomi momenti di gioia. Faccio quel passo ed entro in camera, e vedo il suo corpo sul letto, sotto le coperte.
“Vieni qui con me”, mi dice, e come se fosse l’unica cosa che io possa fare in quel momento, mi infilo sotto le coperte e comincio ad essere baciata come se non mi vedesse da una vita.
Io ricambio con grande intensità, e presto ci ritroviamo a toccarci, ad accarezzarci, senza nessun altro tipo di sfogo, a sentire nelle mani le nostre eccitazioni.
Nessuno mi ha mai fatto sentire in questo modo.
Mi alza il top che indosso e con l’aria vogliosa di assaggiarmi, inizia a leccarmi le tette, a mordere i capezzoli.
“Lu… continua ti prego… continua così…”, gemo mentre mi divora un capezzolo. Il mio seno non è abbondante, ma la sua bocca se ne sta occupando con enorme piacere.
Il pensiero mi va a Giacomo, alla sua lingua, alla sua bocca. È diverso!
Adoro quando mi fanno in quel modo, e vedere il mio seno stretto tra i suoi denti mi rende l’esperienza sublime. Sto tradendo Giacomo, lo so!
“Voglio sentirti…” mi dice mentre si toglie i pantaloni del pigiama e mi fa vedere le sue nudità.
Mi faccio del male, ma confronto il suo corpo con quello di Giacomo.
Mi prende la testa fra le sue mani e mi porta giù. La mia lingua scatta in avanti.
“Così, piccola mi piace sentirti in quel modo…», esclama con gemiti di piacere.
Ed io inizio a massaggiare con delicatezza e premura, mi piace quello che sto provando, anche se non sto leccando il cazzo del mio fidanzato e non avevo mai immaginato di fare ciò che sto facendo.
Viene su di me!
E viene su di me. Sono nuda e la pelle risplende di una luce tenue. Inizia a sfiorarmi la schiena con le dita, con un tocco leggero e prolungato, dalla nuca fino alle caviglie. Un brivido. Continua a giocare sul mio corpo, sfiorando punti sempre più vicini alla mia fica.
Passa lieve nel solco delle natiche e scende fino a toccarmi. La lingua e le labbra sostituiscono il movimento delle mani, la schiena, le gambe, le caviglie, i glutei, la mia pelle comincia a reagire, ho i brividi dovunque.
Si sofferma sul mio ano, mi stimola con la lingua. Sposta le natiche con delicatezza e appoggia la punta della lingua al centro del solco. Muovendola piano in su e in giù.
Sussulto, dapprima contraggo e poi rilascio tutti i muscoli.
La sua lingua invadente gioca con le parti più intime del mio corpo, mi gira a pancia in su, in modo da avere la mia fica davanti alla bocca, e inizia a leccarmi la clitoride, piano, con delicatezza e ogni volta che la sfiora io gemo.
Scende verso le piccole labbra, continua a giocare fino a penetrarmi con la lingua. Si muove dentro e fuori di me solo con la lingua, baciandomi la clitoride e poi scendendo fino dentro.
Prende la mia mano e la porta sul suo sesso.
Sono bagnata come mai mi era accaduto prima. Il ritmo e i suoi movimenti aumentano di intensità e la mia voce diventa sempre più forte in un crescendo di piacere e, dopo avere annunciato il mio orgasmo, urlo e continuo a muovermi per qualche secondo.
Poi mi fermo di colpo e, appena ripreso fiato, parlo: “è stato intenso e profondo, è venuto da lontano come un fiume in piena potente e incontenibile.” Che gioia immensa.
Torna con la lingua sul mio ano. Con quale intenzione?
Ripenso a Giacomo, all’ultima volta.
Era entrato lentamente spingendo piano per non farmi male. Si era mosso piano non per me, non voleva esplodere subito, voleva prolungare il suo piacere più a lungo possibile.
Non era mai successo che gli permettessi di entrare dietro completamente, lo avevo sempre fermato prima dicendogli “tutta quella roba lì dentro non ci sta”, giocavamo spesso sulle dimensioni del suo sesso e lo gratificavo elogiandone sia la lunghezza che la circonferenza e soprattutto sul fatto che durava tutto il tempo necessario a darmi piacere, so fingere bene.
Si era mosso dentro e fuori fino a entrare completamente, era lento e chissà quanto sarebbe stato a godere del suo piacere ma io avevo iniziato a muovermi, dando un ritmo sempre più intenso, sempre più forte e quando gli dissi che stavo per venire, lui non potè più resistere ed esplose il suo orgasmo dentro di me. Una liberazione.
Non lascio di certo che un pensiero del genere mi fermi.
Guardo quello che ho davanti. La mia bocca non vede l’ora di divorarla, e la mia lingua corre a leccarla come se non ci fosse un domani.
“… sei stupenda piccolina… continua…”
Sentirmi chiamare piccolina in quel modo mi da una bella botta, e mi scateno.
Inizia a gemere senza sosta, ed ogni gemito mi bagno ancora più di prima. È stupendo sentirmi così bene, e so che nella riservatezza del nostro rapporto posso lasciarmi andare e fare tutto ciò che voglio senza alcun riguardo su ciò che è giusto o sbagliato.
L’unica cosa importante è il piacere proibito che noi due stiamo provando, lontano da tutti, lontano da lui.
A quanto pare sono molto brava a leccare. Senza preavviso, mi ferma e si butta sulla mia fica, in posizione 69.
Comincia a leccarmela, mentre me la ficca in bocca. I nostri gemiti sono eccezionalmente eccitanti. Sento le mie tette accarezzare il suo petto e le nostre lingue prendersi cura delle nostre intimità.
Siamo in sintonia e il piacere che ci stiamo procurando a vicenda è una cosa che solo una donna può comprendere.
Penso a Giacomo, gli manderò un sms per incontrarlo. Gli dirò che mi dispiace ma tra noi è finita, forse non era mai iniziata; che con lui ho voluto provare emozioni che non sono le mie, io Amo Luciana.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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